I tiranti
Il tirante è colui che, in un fiume o canale, traina una barca, con la forza delle braccia o utilizzando animali, prevalentemente cavalli. |
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La navigazione fluviale può contare su diverse forme di locomozione: la forza della corrente, se si va in discesa, quella del vento, i remi, modernamente il motore. La maniera più tipica, però, di far muovere un natante in un corso d'acqua consiste nel trainarlo da riva. Se ne hanno notizie relativamente a diversi luoghi e tempi, anche in fiumi grandi e con navi assai pesanti, come documenta Il'ja Repin in un quadro molto noto, che mostra un gruppo di contadini russi che trainano un battello sul Volga. |
Il'ia Repin Tiranti sul Volga (1870-73)
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Il traino era spesso molto difficoltoso, specie in presenza di fiumi dalla corrente impetuosa. Assai più agevole, invece, in zone più calme, come il corso del Brenta verso la foce. Ancora più facile è trainare una barca quando l'acqua è pressoché ferma. Il Naviglio fu tra i primi corsi d'acqua al mondo ad essere dotato di chiuse, che permettevano di superare agevolmente i dislivelli e di richiedere un traino abbastanza leggero anche per barche ingombranti. In genere, a partire dal cinquecento, troviamo che burci e burchielli sono trainati da un solo cavallo. In qualche caso, specie in discesa, basta un uomo. |
Incisione anonima rappresentante il traino di un burchiello (1591)
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In Riviera del Brenta il lavoro dei tiranti è documentato da tempi assai lontani: la prima menzione si ha ai tempi di Teodorico, nella famosa lettera che Cassiodoro invia ai tribuni marittimi delle terre che poi saranno quelle di Venezia. Più tardi troviamo documenti letterari e soprattutto iconografici. Doveva trattarsi di un'attività di un certo peso economico se nel Cinquecento esisteva faglie (associazioni professionali) di tiranti almeno nella zona di Mira. |
Incisione di Gian Francesco Costa: Villa Pisani a Stra, con burchiello e tiranti (XVIII secolo)
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Incisione di Gian Francesco Costa: il termine (confine) del Dogado a Oriago, con un battello trainato (il tirante è fuori campo sulla destra) (XVIII secolo)
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Fra coloro che parlano dei tiranti, troviamo Ruzante. Si tratta di una testimonianza interessante, che mostra come questo lavoro fosse intrecciato con quello dei contadini, specie dei più poveri fra essi. Infatti, un personaggio ruzantiano, Bilora, prototipo del contadino povero, ricorda che va a tirare barche; si presume, nel suo caso, senza farsi aiutare da nessun animale. |
Incisione di Gian Francesco Costa: un burchiello passa, trainato, davanti alla villa degli Armeni a Fiesso d'Artico (XVIII secolo)
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Nel Settecento, la presenza dei tiranti era una costante del paesaggio brentano. I due maggiori illustratori della Riviera, Gian Francesco Costa e Vincenzo Coronelli, trascurano raramente di inserire nelle loro vedute qualche barca trainata da un cavallo, guidato da un tirante. Intorno a questo mondo, ci sono molte infrastrutture portuali, le poste per il cambio dei cavalli, le chiuse, le palàde, palizzate utili a imbrigliare il fiume o a costruire barriere dove si doveva, per esempio, pagare il dazio. |
Incisione di Vincenzo Coronelli: villa Battaglia a Mira Taglio, con burchiello e tirante (XVIII secolo)
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Incisione di Vincenzo Coronelli: palazzo Cappello a Stra, con burchiello e tirante (XVIII secolo) |
Soprattutto, l'attenzione degli artisti è attratta dal burchiello, la barca di linea che collegava Venezia e Padova, frequentata da tantissime persone, nella quale si potevano trovare i viaggiatori più diversi: nobili e popolani, ricchi e poveri, ecclesiastici e avventurieri. Avventure sul burchiello vengono ricordate, fra gli altri, da Carlo Goldoni e Giacomo Casanova, così come da moltissimi viaggiatori stranieri. |
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Nonostante la costruzione della ferrovia, che raccolse molto traffico soprattutto passeggeri a partire dalla metà dell'Ottocento, il traffico di barche sul Naviglio continuò a lungo, usando il traino, spesso rinforzato per barche di proporzioni sempre maggiori. Poca fortuna ebbero infatti, fino al 1950 almeno, barche con propulsione a vapore o a scoppio. |
Tiranti sul Brenta, primi anni Cinquanta del Novecento
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Tiranti sul Piovego, primi anni Cinquanta del Novecento
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Nei primi anni Cinquanta del Novecento troviamo dunque ancora attivi i tiranti, testimoniati da immagini in cui, fra l'altro, si vede ancora la linea del tram che correva lungo il Naviglio per collegare Padova a Venezia. Alcuni testimoni di quel tempo hanno raccontato la loro esperienza, che è stata raccolta nel volume di Chiara Crepaldi e Giuliano Pasqualetto, I tiranti. Un mestiere dimenticato, Fiesso d'Artico, La Press, 2006, dal quale sono state tratte queste notizie. |
Tiranti a Mira, primi anni Cinquanta del Novecento
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Tiranti a Mira, primi anni Cinquanta del Novecento
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